La protesi dell’anca (o artroprotesi dell’anca) è un dispositivo artificiale che sostituisce le parti dell’anca irrimediabilmente compromesse e che si impianta nelle due ossa – femore da un lato e acetabolo dall’altro – formando così una neo-articolazione dell’anca che consente nuovamente una regolare funzione di carico e di movimento.
Sia la protesi femorale che quella acetabolare sono costituite da una componente metallica che ha funzione di tenuta, come un impianto dentario. La protesi che viene inserita nel femore è a forma di fittone o stelo; quella che si incastra nell’acetabolo, invece, è a forma di emisfera (o cupola).
Ognuna di esse ha una seconda componente che si inserisce sulla prima (come la corona sull’impianto dentario) e che consente il movimento. Pertanto è questa seconda componente la vera articolazione artificiale che può essere di ceramica, polietilene o metallo.
Quando è necessaria una protesi dell’anca?
Le cause più frequenti che richiedono la protesi dell’anca sono:
- L’artrosi.
- Le fratture.
- Le conseguenze delle fratture che sono state curate ma non sono guarite.
Cause meno frequenti sono:
- La necrosi della testa femorale.
- Le malattie reumatiche.
- La lussazione congenita dell’anca.
Come funziona l’intervento di protesi dell’anca?
L’intervento di artroprotesi dell’anca si svolge sull’articolazione dell’anca e consiste nella rimozione della parte malata e deformata del femore (testa e una parte del collo) e dell’acetabolo (la cavità dove si trova la testa femorale e dove avviene il movimento dell’anca).
Le parti rimosse vengono sostituite con la protesi per il femore e quella per l’acetabolo, in modo da ripristinare una normale funzione di sostegno del corpo e di movimento.
La tenuta o stabilità della protesi dell’anca è inizialmente garantita dall’incastro meccanico delle due componenti nell’osso. Questo reagisce tappezzando con un osso neoformato la superficie della protesi che viene così “accettata” o osteo-integrata.
Questo processo richiede diversi mesi, durante i quali non è consigliabile sottoporre la protesi alle massime sollecitazioni.
Riabilitazione dopo la protesi d’anca: tempi e modalità di recupero
Dopo l’intervento chirurgico di protesi dell’anca si esegue un programma di riabilitazione finalizzato a ridurre i tempi di recupero e a migliorare i risultati.
Esso consiste nel mettersi in piedi con l’aiuto dei fisioterapisti e dei supporti specifici, di solito già dal primo giorno dopo l’intervento e a camminare; a eseguire esercizi finalizzati al recupero della forza muscolare e del movimento.
Si fanno delle applicazioni di terapia fisica con appositi strumenti per ridurre in tempi brevi il gonfiore e l’ematoma dell’arto operato. Si passa quindi alla riabilitazione in palestra e, dopo la rimozione dei punti, a quella in piscina.